Da oltre trent’anni raccontiamo la nostra visione del Primitivo. Un vitigno che ha reso celebre la Puglia nel mondo e che per noi è diventato un percorso: fatto di studio, di ascolto e di interpretazioni diverse, tutte fedeli alla sua anima più autentica.
Nel tempo abbiamo imparato a conoscerlo in ogni sfumatura. A coglierne la doppia natura: da un lato floreale, speziata, immediata; dall’altro potente, profonda, austera. Il nostro Primitivo nasce in prevalenza nell’area classica tra lo Ionio e l’entroterra tarantino, una zona di confine in cui il vitigno riesce a coniugare forza e grazia, struttura e tensione.
Il Teresa Manara è la sintesi di questo cammino. Non cerca di stupire, ma di raccontare. Le uve provengono da vigneti selezionati e sono vendemmiate a piena maturazione. La vinificazione è rigorosa, l’affinamento in barrique mai invasivo. Il risultato è un rosso complesso, capace di coniugare frutto e spezie, calore e freschezza, intensità e dettaglio.
Nel calice si esprime con eleganza. Al naso, note di amarena, pepe nero, tabacco e legni dolci. In bocca, struttura e avvolgenza si fondono con equilibrio, sostenute da tannini levigati e da una freschezza che sorprende.
È stata l’ultima dedica a Teresa, in ordine di tempo, dopo lo Chardonnay e il Negroamaro. Un modo per chiudere un cerchio, scegliendo il vitigno forse più emblematico del nostro Sud. Anche qui, c’è qualcosa del suo carattere: una presenza ferma ma discreta, una forza che non ha bisogno di imporsi. Un vino che riflette la nostra idea di qualità: tempo, misura, profondità.